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| Quello che non capisco è come si possa elevare una contravvenzione con relativo sequestro del mezzo ai danni di un acquirente in buona fede. Il casco riporta cucita un'etichetta di omologazione, se poi questa etichetta ha uno zero in più deve essere dimostrato che si tratta di un errore di stampa o che si tratti di una frode, ma non deve certo dimostrarlo l'acquirente che in questo caso è parte lesa. Vi pare che chi ad esempio acquista un auto si metta a controllare le stampigliature sulle cinture di sicurezza o sui dispositivi di sicurezza più nascosti dell'autovettura? Nel momento che io acquisto un casco, laddove l'azienda dichiara la sua omologazione io faccio un acquisto in buona fede, per cui non esiste che debba subire un simile trattamento. Poniamo il caso, come spesso succede, che l'etichetta con il tempo si scolori e che qualche numero non sia più leggibile, il casco non è più omologato e posso essere multato? Ma stiamo scherzando? La presenza di un'etichetta di omologazione dovrebbe mettere al riparo l'acquirente, oltretutto quando egli fornisce le indicazioni di acquisto lo si può verificare facilmente dal momento che chi li commercializza dichiara anche nel proprio sito che si tratta di caschi omologati.
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