ROAD RIDER •• - Group:
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| Ho vissuto in Francia molti anni, e so per esperienza che lì non si scherza con il rispetto delle norme stradali. In caso di controllo, l'etilometro é garantito (lo era già vent'anni fa, e la confisca del mezzo scatta alla soglia dello 0,8 g/l), e sono fiscalissimi anche su eccesso di velocità e divieto di sosta: occupare un posto riservato ai disabili prevede una multa da 150 euro o giù di lì, oltre alla rimozione e alle spese di custodia (in Italia credo che la sanzione sia la metà). Ribadisco che ritengo essere, l'obbligatorietà dei guanti così come altre norme similari, il prodotto di una mentalità e di una legislazione vessatorie e colpevolizzanti ad oltranza nei riguardi dei motociclisti, anche se apprezzo la serietà con la quale negli altri paesi si persegue l'inottemperanza alle leggi. Ciò doverosamente premesso, voglio però sottolineare come pure il motociclista sia un cittadino, e come tale meritevole di rispetto da parte delle istituzioni... Trattarci costantemente da "minorenni", o peggio ancora da "minorati", non contribuisce a migliorare il rapporto tra la nostra categoria e lo stato e/o le forze dell'ordine. Invocare costantemente il danno sociale derivante dai comportamenti scorretti posti in essere dai motociclisti (anche qualora essi si traducano in un danno solo e soltanto per il diretto responsabile), pare un po' nascondersi dietro un dito: i fumatori danneggiano se stessi (e gli altri) in misura ben maggiore, ma poiché il loro vizio apporta all'erario fiumi di soldi, si tende a sorvolare ed a giustificare in nome della "libertà di scelta". Peggio ancora, quando tale "libertà" si traduce in campagne per la depenalizzazione della droga - i cui danni per la società sono infinitamente maggiori che non quelli dipendenti dal mancato utilizzo dei guanti in moto - nessuno ha nulla da eccepire... Insomma, a tutt'oggi il motociclista parrebbe essere un cittadino di serie "B": un po' meno responsabile, un po' meno intelligente e quindi un po' meno meritevole della libertà concessa ad altri. La verità é che a tutt'oggi noi rappresentiamo una categoria composta esclusivamente da individualisti, costituzionalmente incapaci di alzare la voce dinanzi alld prepotenze dei singoli stati o dell'UE. Scommettiamo che se tutti noi ci astenessimo dall'utilizzare le nostre amate motociclette per un annetto, lasciando a bocca asciutta compagnie di assicurazioni (e magari, in Italia, rifiutandoci di pagare il bollo), distributori di carburante, società gerenti delle autostrade, officine, gommisti, concessionarie, ristoratori/albergatori/baristi, fisioterapeuti, municipalità locali, pro loco, autoscuole, rivenditori di accessori, qualche voce in nostra difesa comincerebbe a levarsi? Non consoli il fatto che l'ennesimo obbligo nei nostri riguardi sia ristretto al territorio transalpino: sappiamo tutti che questo genere di imposizioni viene presto o tardi sempre recepito da qualche governo nostrano.
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